L'Armenia
Maggiore" venne creata dalle ceneri della satrapia d'Armenia che faceva parte
dell'Impero Achemenide, divenuto un regno indipendente sotto la dinastia degli
Orontidi grazie all'appoggio della Macedonia. Dopo la caduta dell'Impero Selgiuchide,
una monarchia nata dalle rovine dell'impero di Alessandro Magno che ebbe breve
durata, sorse un regno ellenistico armeno fondato da Artaxias I d’Armenia nel
190 a.C.
Durante
il periodo del suo massimo splendore, dal 95 a.C. al 66 a.C. il regno d'Armenia aveva il
controllo di alcune zone del Caucaso, della odierna Turchia Orientale, del Libano
e della Siria. Essa finì sotto la sfera d'influenza dei Romani nel 66 a.C. A
causa di ciò, successivamente il regno d'Armenia fu teatro della contesa tra
Roma e l’Impero Partico.
I
Parti costrinsero il regno d'Armenia alla sottomissione dal 47 a.C. al 37 a.C.,
quando Roma riprese il controllo del regno. Dal 55 al 63 l'Imperatore Nerone
promosse una campagna contro i Parti che avevano invaso il regno d'Armenia,
alleato dei Romani. La campagna ebbe sorti alterne fino a quando nel 63 a.C le
legioni romane invasero il territorio partico governato da re Vologase I di
Partia e lo costrinsero a restituire il regno d'Armenia al proprio legittimo
sovrano Tiridate I d’Armenia.
Le
campagne partiche di Lucio Vero, 162-165 costrinsero il sovrano partico
Vologase IV a restituire il regno d'Armenia ai Romani che insediarono un
sovrano da loro controllato.
La
dinastia sassanide invase il regno d'Armenia nel 252 e i Romani lo
riconquistarono nel 287. Nel 384 il regno d'Armenia venne alla fine separato in
due regioni, quella occidentale sotto l’Impero Bizantino, e quella orientale
venne affidata ai Parti. La regione occidentale divenne una provincia
dell'Impero Romano con il nome di Armenia Minor, mentre la parte orientale
rimase un regno all'interno della Persia fino al 428 quando i Sassanidi
deposero il sovrano legittimo instaurando una loro dinastia.