L'ARAICA.. Una visione diversa dell'Armenia
L'idea di questo sito nasce dalla volontà e dal tentativo di
offrire una visione diversa della storia e della cultura degli armeni,
anche perché, se vogliamo essere scrupolosi, dobbiamo ammettere
che oltre alle notizie di cronaca e reportage su conflitti etnici, oggi
si parla poco di una cultura straordinaria che non ha ancora trovato
una giusta collocazione nella scaletta cronologica della storia
universale. In queste pagine si cerca di sottoporre
all’attenzione del navigatore i molteplici temi che
abbracciano diversi aspetti della cultura armena (storia,
architettura, musica,
cinema, artigianato e cucina) e di proporre tematiche di
approfondimento non sempre facilmente reperibili in rete. Il sito
vorrebbe anche essere di aiuto a tutti coloro che desiderano
intraprendere un viaggio culturale in Armenia e necessitano pertanto di
venire a conoscenza degli aspetti pratici e organizzativi.
La “Voce dell’Armenità” è stata quasi
sempre affidata alla diaspora, che dagli inizi del secolo scorso ha
visto il continuo espandersi degli Armeni al di fuori della odierna
Repubblica e che ha contribuito in maniera determinante alla diffusione
e alla divulgazione della storia, della cultura e delle tradizioni di
un paese, che nonostante abbia solamente poco meno di 4 milioni di
abitanti in patria, riesce a raggiungere i 9 milioni di armeni sparsi
nel globo. Le comunità maggiori si trovano in Francia, Stati Uniti e
Repubblica Federale Russa dove si sono ormai da tempo insediate e
integrate con le realtà locali, mantenendo allo stesso tempo
integre e forti le loro radici e tradizioni armene.
La diaspora negli ultimi anni ha contribuito alla diffusione della
conoscenza della storia degli Armeni soprattutto per quanto riguarda la
delicata questione del genocidio. In Italia per esempio diversi
quotidiani nazionali come La Repubblica e il Corriere della Sera hanno
dedicato articoli, discussioni e recensioni di libri al tema centrale
del genocidio armeno, ampliando la conoscenza di un evento storico del
secolo scorso da molti ancora ignorato o poco conosciuto.
Ruolo di primo piano hanno avuto scrittori e intellettuali armeni in
Italia, come ad esempio
Antonia Arslan,
che con il suo primo romanzo
“La Masseria delle Allodole”, Rizzoli, 2004 e quelli
pubblicati negli ultimi anni come: "La strada di
Smirne", Rizzoli, 2009, "Ishtar 2", Rizzoli, 2010,"Il cortile dei
girasoli parlanti", Edizione Piemme, 2012, "Il libro di Mush", Skira,
2012, "Il calendario dell'avvento", Piemme Edizioni, 2013, "Il rumore
delle perle di vetro", Rizzoli, 2015, ha dedicato una ampia finestra
sulla condizione degli Armeni
agli inizi del novecento.
Per gli armeni lo spunto di tutte le espressioni culturali di notevole
valore artistico è concentrato nella magia dell'architettura
cristiana e proprio per questo motivo, le presentazioni di tanti
aspetti significativi saranno inevitabilmente collegati a questa forma
espressiva. L’arte e in particolare l’architettura, durante
tutto il percorso storico degli armeni, è servita come strumento di
salvaguardia della propria identità.
L’architettura ha il compito di racchiudere una parte dello
spazio in certi limiti definiti, attribuire a quello spazio anima,
forma e vita, trasmettere il nostro movimento corporeo e spirituale.
L’espansione libera del corpo, il respiro ritmico, la
soddisfazione spirituale, sono i tre fattori che caratterizzano
l’architettura medioevale armena, che costituisce la forma
artistica più rappresentativa di questo popolo.
Bisogna prendere in considerazione il fatto che in Armenia,
l’architettura cristiana nasce come un nuovo concetto voluto dal
re Tiridate e San Gregorio l’Illuminatore, per dimostrare la
propria scelta cristiana attraverso architetture innovative di forte
contenuto spirituale, simbolico e cosmico. Si tratta di
un’architettura prevalentemente basata su volumi elementari
(cerchi, cilindri, piramidi, coni) sovrapposti o compenetrantisi,
organizzati secondo uno o più assi di simmetria seguendo una
rigorosa logica di tipo geometrico-matematico ispirata alle vette che
sporgono sull’Altopiano Ararateo. La cupola delle chiese armene
è rivestita dalla cuspide che prende forma dalle cime del Monte
biblico Ararat, che simboleggia l’astratto.
Per il pensiero armeno la chiesa è un ambiente dove il divino
s'incontra con l’essere umano e l’essere umano incontra il
divino; si può affermare che le energie spirituali e cosmiche
vengono raccolte nella calotta della cupola semisferica, al centro
della chiesa e indirizzate in verticale nell’universo, verso il
regno di Dio, attraverso la punta del cono della cuspide che la
racchiude. Nelle chiese degli altri paesi invece, come anche nelle
moschee, la cupola è il luogo dove lo spirito santo scende sulla
terra proteggendo con le ali i fedeli; sono due concetti di fede
completamente diversi. In questa
immagine si evidenziano perfettamente
i due aspetti opposti delle supreme autorità delle chiese
cattolica romana e apostolica gregoriana armena: la cuspide conica
nella veste nera e la cupola sferica in quella bianca.
Un'altra differenza radicale tra il sotterraneo e l’universo si
riscontra nelle sepolture: mentre i romani costruivano le catacombe, i
re urartei-armeni si facevano seppellire nelle grotte sulle alte cime
delle montagne per essere più vicini agli Dei.
La conoscenza approfondita di un paese non può
prescindere da un viaggio nei luoghi di maggior interesse, in modo da
poter vedere e toccare con mano una realtà molto diversa dal
mondo occidentale. Proprio per questo sono stato tra i primi a
proporre e organizzare viaggi culturali in Armenia.
Quest’avventura che per me è cominciata come un hobby, ha
assunto nel tempo un ruolo sempre più rilevante. Questa mia
passione si è tradotta nell’accompagnare sin dai primi
anni ‘90, piccoli gruppi alla scoperta di una terra e di un
popolo che ha molto da raccontare e che non può non arricchire
il viaggiatore curioso alla ricerca di mete insolite. In
più di 10 anni di viaggi la mia maggiore soddisfazione è
stata quella di vedere negli occhi delle persone lo stupore e la gioia
per la calorosa accoglienza che gli armeni hanno nei confronti degli
stranieri. Ho avuto il piacere di accompagnare numerosi studenti,
professori od anche semplici turisti che al ritorno hanno avuto solamente riscontri positivi, tanto che molte persone sono
ritornate in Armenia diverse volte.
Coloro che sono interessati a visitare l’Armenia e le zone
limitrofe del Caucaso possono trovare maggiori informazione nella
sezione
viaggi.
Nella sezione foto sono riportate alcune delle fotografie da me
scattate nei diversi viaggi, mentre nella sezione eventi e notizie
potete trovare informazioni aggiornate su convegni, seminari e varie
tematiche inerenti all’Armenia. Chi desidera approfondire alcune
tematiche sull'Armenia, troverà la sezione links che sarà
aggiornata continuamente.
Parlando di cultura armena non si poteva certamente trascurare il
meraviglioso e unico mondo dei tappeti armeni, che come tante altre
tematiche di grande importanza, sono poco conosciute nel mondo
dell'arte della tessitura prevalentemente dominato da tappeti non
cristiani come quelli persiani, cinesi, anatolici. Purtroppo, il
tappeto armeno, ingiustamente o volutamente viene catalogato come
“caucasico” e spesso porta il nome del luogo d'origine
armena cambiato con quello turco. In questo modo, non conoscendo la
storia e i centri famosi di tessitura dei tappeti cristiani armeni, si
perde la vera fonte di creazione che, in ogni caso è documentata
con numerosi simboli e messaggi lasciati dalle abili mani delle donne
armene che seguono scrupolosamente la tradizione tramandata da secoli.