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L'ARAICA
                                                                                                                                             

La parola di fantasia "Araica" che accompagna queste pagine deriva della radice della parola armena ARA’, spesso utilizzato nei nomi propri di persone o di località del vasto altopiano ararateo.
La lettera “A”, la prima lettera dell’alfabeto armeno, occupa mediamente il 13% di un testo generico scritto. Dall’anno 404 quando Mesrop Mashtots inventò l’alfabeto armeno (36 caratteri oggi 38), la prima lettera dell’alfabeto armeno è utilizzata per trascrivere i numeri e di conseguenza registrare gli eventi storici di maggiore importanza. Per esempio: A equivale al numero 1; AB al numero 12; AG al 13 ecc. Per interpretare una data incisa su una lapide, basta leggere le lettere seguite dalla coppia “TV” che in armeno indicano la “data”, decifrare l’anno come visto sopra e sommare 551, data decisa come inizio del calendario armeno al Sinodo di Dvin. In questo modo è possibile ricostruire con precisione le date riportate nei testi scolpiti su migliaia di pietre seminate sull’altopiano ararateo.
L’abbinamento delle due lettere “A - R” invece assume un significato importante nella mitologia armena e rappresenta il Dio del Sole, al quale è dedicato il Tempio di Garnì, I sec. d.C.. Un secondo significato della coppia “AR” si ritrova nelle indicazioni delle unità di misura: un “AR” è equivalente a 100 mq.
La parola “ARA” nel linguaggio moderno armeno, cioè quello occidentale, ha una sua collocazione ben precisa e viene frequentemente utilizzata nella vita quotidiana con il significato di agire, fare, eseguire. ARA' è anche un richiamo generico maschile, un modo di rivolgere la parola e di richimare l'attenzione.
Pertanto tutti questi attributi e significati nei confronti di una sola espressione composta di due lettere “A” e “R” non sono da considerare una casualità
.

L'Araica, all'anagrafe Paolo Arà Zarian, nasce a Roma nel 1956 da padre armena e madre tedesca. Nel 1963 la famiglia lascia l'Italia per rimpatriare in Armenia seguendo l’esempio del nonno Costia (noto scrittore e poeta delle diaspora armena Costan Zarian). Con la famiglia stabilitasi a Jerevan, Arà impara l’armeno e si laurea in architettura. Si dedica quindi alla ricerca e al restauro di monumenti religiosi e porta a termine il dottorato in architettua fortificata presso l’Istituto d’Arte dell’Accademia delle Scienze di Jerevan. Nel 1992 in seguito alla caduta del soviet e alla guerra nel Gharabagh, con la moglie e due figli ritorna in Italia, paese nativo, stabilendosi a Venezia dove, lavora presso il Centro Studi e Documentazione di Cultura Armena, riqualifica la laurea presso la I.U.A.V. e si inscrive all’Ordine professionale di Venezia.
Ha pubblicato ricerche e saggi sull’architettura armena, promuove corsi, studi, convegni, mostre, viaggi culturali contribuendo alla conoscenza della cultura degli armeni nel Veneto.              

PROGETTI REALIZZATI
Armenia: Rilievo architettonico, progetto di restauro, di consolidamento e di ristrutturazione dei seguenti monumenti architettonici medioevali armeni: Cattedrale di Kotavank, XII sec. Regione di Gegharkunik, Basilica a Navata Unica del Complesso Monastico di Vanevan, VII sec. Regione di Gegharkunik,  Monastero di Vanevan, VII-XIII sec., Regione di Gegharkunik, Chiesa di S. Gregorio Illuminatore del Convento di Dapnots Vank, XIII sec. Regione di Gegharkunik, Chiesa a Navata Unica di S. Gevorg e Refettorio del Comlesso Architettonico di Vorotnavank, VII-XII sec. Regione di Syunik, Basilica di S. Madre di Dio e di S. Gregorio Illuminatore a Hatsarat, XIII sec. Regione di Gegharkunik, Chiesa presso il villaggio di Makravan, XII sec. Regione di Kotayk , Complesso Architettonico del Convento di Makenis, XII-XIII sec. Regione di Gegharkunik.
Italia: Rilievo manuale, ricerca, disegno e pubblicazione del rilievo del Castello di Gardana a Castellavazzo, XVII sec. (BL). Rilievo manuale, disegno in scala e ricerca storica del Battistero di Torcello (VE), X sec., Venezia.
Dal 2012 con la restauratrice di opere d'arte Christine Lamoureux, organizza, coordina e partecipa ai progetti di restauro di affreschi nelle chiese armene come: Vorotnavank, Lmbatavank, Dadiavank, Karmravor. Prossimamente si programmano restauri di affreschi nelle chiese di: Mastarà, Kosh, Talin e Meghrì.

EVENTI CULTURALI
Organizzatore della Mostra della Casa Editrice OEMME a Mosca (1992), a San Pietroburgo (1993), a Jerevan (1989); Mostra-Convegno sull’Architettura Armena a Venezia e Milano (1993), a S. Marinella (1996), a Trani (1998). Consulenza professionale per studenti dell’Università di Ca’ Foscari con tesi su argomenti sulla storia e sulla cultura armena. Professore del Corso di Cultura Armena presso l’ETH di Zurigo e l’Università della Terza Età di Venezia-Mestre e relatore durante i Corsi Estivi dell’Associazione Po-Arax di Venezia.
Organizzatore di viaggi culturali in Armenia, Gharabagh, Iran, Georgia, Anatolia in qualità di guida specializzata con lo scopo di far conoscere e divulgare la storia, la cultura, la tradizione, l’architettura, la religione di uno dei paesi più antichi del mondo.
Organizzatore d’incontri ufficiali presso il Governo Armeno con la partecipazione d’imprenditori italiani.
Promotore, organizzatore, coordinatore, progetto di allestimento e Commissario delle cinque prime partecipazioni della Repubblica di Armenia alla Biennale di Architettura di Venezia negli anni 1996, 2000, 2006, 2008, 2010.
Partecipazione e contributo alle missioni scientifiche di studiosi e Professori italiani in Armenia negli anni 1975-92. Collaboratore e mediatore della Caritas Italiana (1989-92) in Armenia per la realizzazione dell’ospedale “Redemptoris Mater”, dono del Papa al popolo armeno, della scuola di Hartashen, dei presidi sanitari, dell’impianto per la produzione di elementi prefabbricati in ca. a Jerevan e del progetto di solidarietà con il popolo armeno del Governo Italiano dopo il terremoto del 1988.
Nel 2014 partecipazione alla Biennale Pan Armena di Architettura a Jerevan, organizzata dal Ministero dell'Urbanistica della Repubblica di Armenia presso il Museo Istituto di Architettura. Assegnazione della Medaglia d'oro e diploma per il progetto: "Restauro conservativo dell'affresco raffigurante S. Giorgio nella chiesa di Santo Stefano Protomartire di Lmbatavank ad Artik, Regione di Shirak, RA" (con la restauratrice di opere d'arte Christine Lamoureux).
Nel 2016 partecipazione alla Biennale Pan Armena di Architettura a Jerevan, organizzata dal Ministero dell'Urbanistica della Repubblica di Armenia presso il Museo Istituto di Architettura. Assegnazione della Medaglia "Archile Gorky" e diploma per il progetto: "Restauro conservativo del ciclo affrescato raffigurante l'intronizzazione di San Nicola Taumaturgo e la lapidazione di Santo Stefano Protomartire nella chiesa Katoghike del Monastero di Dadivank, Repubblica del Karabagh Montano", (con la restauratrice di opere d'arte Christine Lamoureux).

PUBBLICAZIONI
Basilichetta uninave inedita,
in: Ricerche sull’Architettura Armena, Fonti, Milano, 1976, n. 15, vol.II, (in italiano).
Il sistema difensivo di Vorotnaberd-Vorotnavank,
in: Notiziario di Scenze Sociali, Jerevan, 1986, vol.10, (in armeno).
Recensione sulla pubblicazione di Robertv W. Edwards, The Fortifications of Armenian Cilicia,
in: Rivista storico-filologica, Jerevan, 1987, vol.4, (in armeno).
La Fortezza di Baghaberd (rassegno storico-architettonico),
in: Notiziario di Scenze Sociali, Jerevan, 1987, vol.12, /in armeno).
Alcuni principi di architettura fortificata nella regione di Syounik,
in: Rivista storico-filologica, Jerevan, 1988, vol.1, (in armeno).
La Fortezza di Baghaberd nella Regione del Syounik
, in: Atti Quinto Simposio Internazionale di Arte Armena 1988, San Lazzaro, Venezia 1992, (in italiano).
Edifici di architettura fortificata,
in: Scenze e Tecnica, Jerevan, 1988, vol. 2, (in armeno).
La fortezza di Boloraberd,
in: Notiziario di Scenze Sociali, Jerevan, 1993, vol.2, (in armeno).
La fortezza Boloraberd-Proshaberd,
in: Bazmavep, Venezia, 1995
La rinascita della chiesa Armena,
in: Ecclesia, Milano, 1995, n.3, (in italiano e inglese).
Il territorio dell’Altopiano Armeno: interazione tra luogo e architettura,
in: Armenien, Tagebuch einer Reise in das Land des Ararat, ETH Zurich, 1996, n.19, (in italiano e inglese).
Analisi delle tipologie architettoniche dell’Armenia medioevale, ,
in: Armenien, Tagebuch einer Reise in das Land des Ararat, ETH Zurich, 1996, n.19, (in italiano e inglese).
Repubblica di Armenia, Catalogo Sesta Mostra Internazionale di Architettura, Electa, Venezia, 1996

Le chiese di Vagharshapat: considerazioni tipologiche,
in: Vagahrshapat, Documenti di Architettura Armena, Como, 1998, vol.23, (in italiano, inglese, armeno).
Il contributo della famiglia Zarian alle relazioni italo-armene,
in: Giornate dell’Amicizia Italo-Armena, Jerevan, 2005, (in armeno e italiano).
L’architettura dell’Eden,
in: Annuario Iubilantes, Como, 2003, (in italiano).
Armenia a confronto: Un “viaggio del cuore” nel Caucaso cristiano,
in: Annuario Iubilantes, Como, 2007, (in italiano).
AA.VV., Armen Zarian, architetto, studioso, intellettuale, Jerevan, 2009, (in italiano, in armeno).
AA.VV., Principi essenziali difensivi e militari del Grande Hayk, Atti della Conferenza Internazionale: Tutela e prospettiva di sviluppo dell'eredità intellettuale nell'ambito architettonico e urbanistico, Jerevan, 2011, (in armeno).
Restauro conservativo del ciclo affrescato presso la chiesa di Santo Stefano Protomartire a Lmbatavank, in: Hushardzan, Jerevan 2015, (in armeno).
Due angeli in un cerchio stellato, in Akhtamar on line, N° 123, 2011, (in italiano).
Una moneta da 15 kopek, in Akhtamar on line, N° 188, 2014, (in italiano).
La meraviglia nascosta dell'Artzakh, in Akhtamar on line, N° 198, 2015, (in italiano).
Ritornato allo splendore l'affresco, datato 1297, raffigurante la scena della lapidazione di Santo Stefano Protomartire a Dadivank nell'Artzakh, in Akhtamar on line, N° 217, 2016, (in italiano).
Riscoperti gli affreschi di Karmravor,
in Akhtamar on line, N° 231, 2016, (in itaaliano).

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